Avevamo promesso che non ci saremmo addentrati in questioni tecniche, quindi tenteremo di farlo anche al cospetto di un esperto come Alessandro Vujovic, grande conoscitore di tematiche legate all'olio EVO, specialista in analisi e docente nonché consulente Tecnico d'Ufficio del Tribunale di Perugia per l’olio di oliva: “La sensibilità delle persone sta evolvendo, ma ci sono tanti imbonitori che parlano per sentito dire e questo non aiuta, anche perché si rischia di restare in superficie. C’è chi prende l’olio la mattina a cucchiaiate, come fosse sciroppo, pensando che questo giovi alla salute.
Oppure persone che acquistano olio di qualità ma poi lo lasciano per mesi nella latta aperta senza travasarlo, rovinandolo inevitabilmente. E poi, come emerso da una ricerca condivisa da Maria Lisa Clodoveo, al supermercato le persone stanno pochi secondi davanti all’etichetta dell’olio, continuano a guardare il prezzo come principale elemento di scelta. Così è difficile comunicare correttamente le cose mentre basterebbe anche solo una lezione a cuochi e personale di sala, guidandoli nell’assaggio di oli realizzati da frantoi locali, per innescare un circolo virtuoso. Se al ristorante consiglio l’olio di un frantoio vicino, è molto probabile che il cliente lo vada a comprare. L’interesse nei confronti degli Extra Vergine di qualità in generale è migliorato, ma le persone lo considerano ancora un mero condimento, la cultura dell’olio ancora non c’è”.