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Amo il bello e il buono ovunque si trovino

30/01/2024

Amo il bello e il buono ovunque si trovino

 

Aldo Baselli è un agricoltore biologico, a Quinzano sull’Oglio, con un’azienda di poco più di quattro ettari dove coltiva, con grandissima cura, le sue verdure senza alcun uso di fertilizzanti o di pesticidi.

“La nostra visione dell’agricoltura è quella di coltivare prodotti stagionali biologici, in campo aperto, in totale assenza di qualsiasi prodotto chimico sia nei concimi che negli agro-farmaci. Perché facciamo questo? Perché abbiamo a cuore la salvaguardia dei consumi e la tutela della salute delle persone. – racconta Aldo Baselli – Praticamente ciò che produco lo mangia, in primis, mio figlio e, di conseguenza, tratto le persone che approcciano alle mie verdure come se facessero parte della mia famiglia”.

La prova è una verza bellissima, di dimensioni colossali, di cui ho potuto mangiare tutto, in diverse preparazioni, fino al più minuscolo gambo.

Ma non è la mia testimonianza che conta, bensì quella di chef come Stefano Baiocco di Villa Feltrinelli di Gargnano sul Garda, Giuliana Germinasi del Capriccio di Manerba del Garda, Beppe Maffioli del Carlo Magno, Massimo Fezzardi dell’Esplanade di Desenzano, chef di livello che Aldo Baselli ha contattato, inizialmente, tramite internet.

“Loro hanno ben inteso la grande qualità dei miei prodotti, la loro stagionalità, e i loro menu vengono costruiti in larga parte sulla stagionalità delle mie verdure. Hanno creduto in me, mi hanno aiutato e, con il passaparola, mi hanno allargato la cerchia di professionisti che ora si rivolgono a me, come lo chef Akio Fujita di Eala a Limone del Garda. Ne approfitto per ringraziarli di cuore”.

Aldo BaselliAldo Baselli

L’importanza della stagionalità
Le zucchine qui a Natale non ci sono, in autunno e inverno si coltivano verze, cavolo romanesco, cavolo cappuccio, radicchio, zucche, cavolini di Bruxelles che siamo tutti abituati a pensarli solo in una vaschetta ma crescono su piante bellissime che si sviluppano in verticale. In primavera e in estate è un’esplosione di zucchine, pomodori di ogni tipo, peperoni, melanzane e tutto il verde in foglia.
Ci sono anche delle particolarità nel tuo campo: penso alla zucca castagna…

“Fin dall’inizio ho voluto coltivare anche prodotti non comuni, perché una piccola azienda come la mia, se vuole entrare sul mercato agroalimentare, deve distinguersi almeno in due fattori: l’eccellente comprovata qualità e prodotti originali. A questo punto si riesce ad avere attenzione. La zucca castagna rappresenta tutto questo: la sua polpa ha la consistenza e il gusto della castagna. Con questa si possono sbizzarrire gli chef nel creare ricette assolutamente originali, anche per la pasticceria”.
Anche la melanzana è particolare: voi la coltivate bianca…
“Invito chiunque non ha mai assaggiato questa melanzana, come la zucchina tonda gialla, a provarne la cremosità, anche con ricette semplici, per riscoprire i sapori di altri tempi, riconducibili alla memoria dei nostri nonni”.

Il vegetale diventerà sempre di più un elemento fondamentale nella ristorazione. Ma vegetale significa agricoltura, cioè piegare la schiena sul lavoro. Hai difficoltà a trovare personale per la tua azienda? Come affrontare il problema di manodopera che non si trova?

“Hai colpito nel segno. Io sono partito con quattro persone e ho finito la stagione con una sola. Se non facciamo vedere cosa significa, anche in positivo, fare un’agricoltura buona, pulita e giusta, per parafrasare il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, non raggiungeremo mai lo scopo. Cosa vuol dire far vedere? Vuol dire anche far emozionare chi lavora nel campo, farlo sentire importante nel momento in cui da un seme che ha piantato si vede sbucare la piantina. E non è solo poetica teoria”.

Torniamo al mondo della ristorazione e alla lunga filiera che la compone, compresa la distribuzione dei prodotti alimentari. Lei come fa a raccontare a un distributore che dovrebbe distribuire i suoi prodotti la qualità degli stessi?

“Gli fornisco un paio di cassette piene di prodotti affinché li assaggino prima di ogni altro gesto”.

L’impegno civico di Aldo Baselli
Chi lavora con questa cura ce l’ha nel cuore l’impegno civico e Aldo Baselli ne è la dimostrazione quando, alla fine dell’intervista, non mi chiede chi la leggerà, in quanti lo faranno o amenità di questo tipo.
Mi racconta, invece, di un parroco che sta facendo di tutto per salvare il tetto della Pieve della Comella di Seniga, nella bassa bresciana. Don Alessandro Lovati è il suo nome: “È una persona fantastica, buona, sempre disposta all’ascolto degli altri. - mi dice Aldo – Si sta impegnando a raccogliere fondi per rifare il tetto della pieve romanica, altrimenti dovrà dire messa con l’ombrello. Io mi sono messo a disposizione andando ogni domenica davanti alla pieve a vendere le mie verdure e lasciare a lui l’intero ricavato. Potresti pubblicare sull’articolo che farai l’IBAN della parrocchia se qualcuno che legge volesse fare una piccola offerta?”
Ecco fatto: Parrocchia di Santa Maria Annunziata – Iban IT27M083405523200000020457 – Cassa Padana di Seniga – Causale: per il tetto della Pieve di Comella.

 

Società Agricola Baselli CMD S.r.l.

Cascina Sant'Ambrogio - 25027 Quinzano D'oglio (BS) 

Tel. +39 338.8303160 - info@basellicmd.it 

a cura di

Luigi Franchi

La passione per la ristorazione è avvenuta facendo il fotografo nei primi anni ’90. Lì conobbe ed ebbe la stima di Gino Veronelli, Franco Colombani e Antonio Santini. Quella stima lo ha accompagnato nel percorso per diventare giornalista e direttore di sala&cucina, magazine di accoglienza e ristorazione.
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