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Appassionare

28/02/2024

Appassionare

In origine un’azione di cuore: una donazione di un privato cittadino a favore di una scuola, nel nome della formazione, gesto di grande levatura. Soprattutto se da un privato.
È il 2008 quando Roberto e Goffredo Beltrame, due fratelli, decidono, tramite lascito testamentario, di far dono all’Istituto Tecnico Agrario Fabio Bocchialini di Parma di una stalla per bovini in disuso con fondo agricolo di quattro ettari, sita nella prima periferia della città (loc.Fraore).
“Così potete ampliare la vostra scuola” questo il messaggio che i due fratelli accompagnano a quel gesto, come a intuire che ci sia la capacità di farlo. Dei due Roberto è agronomo, appassionato di frutti antichi, e frequentatore dell’azienda agraria della scuola.
Per qualche anno tutto rimane fermo, ci vuole una bella forza per ristrutturare quel complesso! Nell’ anno scolastico 2014/2015 si insedia la nuova dirigente Anna Rita Sicuri che, con il suo trascorso di docente di Trasformazione Prodotti, non rimane insensibile a questa struttura e inizia a sognare: “Qui ci potremmo fare un bellissimo laboratorio...”.

Anna Rita Sicuri, dirigente del Polo Alimentare Galilei di Parma e San SecondoAnna Rita Sicuri, dirigente del Polo Alimentare Galilei di Parma e San Secondo

Partecipare a un bando per realizzare un sogno
Giusto nel 2015 il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca emana un bando per finanziare la realizzazione di Laboratori Territoriali per l’Occupabilità (LTO), che si devono configurare come luoghi di apprendimento innovativi a disposizione di più scuole del I° e II° ciclo d’istruzione del territorio, dove fare una didattica nuova in sinergia con le imprese.  Agli studenti del secondo ciclo bisogna garantire un’alternanza scuola lavoro di alta qualità e a quelli del primo ciclo  l’orientamento. “Decidiamo quindi di partecipare - ricorda la dirigente -, ci mettiamo in rete con altri cinque istituti scolastici della Provincia di Parma e proponiamo di realizzare un laboratorio per la trasformazione di prodotti agroalimentari, che denominiamo FOOD FARM 4.0 (La Fabbrica del cibo 4.0), forti dell’appoggio del territorio (Fondazioni, Consorzi, importanti aziende della città, Università, istituzioni, associazioni...), che ha prontamente fornito manifestazioni di interesse da allegare al progetto. Qui i ragazzi potranno appassionarsi al mestiere e conoscere concretamente come funzionano le tecnologie di ultima generazione. Nel 2017 veniamo proclamati vincitori e come noi altre 49 scuole in Italia, di cui quattro in Emilia Romagna. Ci vengono riconosciuti 750.000 euro che sembrano tanti ma in realtà mancano ancora risorse. A questo punto decidiamo di rivolgerci alle aziende della città. In questo ci aiuta un’associazione di imprenditori di Parma, Parma, io ci sto!, capitanata da Alessandro Chiesi di Chiesi Farmaceutici Spa, talmente convinto della bontà del progetto da introdurci a un’intera platea di altri industriali e invitarli a supportarci nel nostro intento di creare tecnici qualificati, di cui c’è un gran bisogno (“0ggi serve essere preparati!” è il suo monito). Anche enti (come Fondazione Munus) e associazioni locali fanno la loro parte. È grazie al contributo finanziario importante di Fondazione Cariparma, di Parma, io ci sto!, del Gruppo Barilla, di Chiesi Farmaceutici, di Mutti, di Stern Energy, di Parma Corte Alimentare, di Opem, di F.lli Galloni, di Agugiaro&Figna e di Tropical Food Machinery se l’istituto I.S.I.S.S. Galilei Bocchialini (capofila del progetto) può realizzare FOOD FARM 4.0”.
“C’è un passaggio cruciale che ricordo ancora molto bene. - prosegue la dirigente - Nella fase di presentazione del progetto alla Barilla, che poi sarebbe intervenuta sulla parte strutturale, l’ingegner Antonio Copercini, Chief Supply Chain Officer Barilla, che ci stava ascoltando, ha esordito dicendo che con il voler realizzare tre linee produttive (trasformazione frutta e pomodoro, lattiero casearia e bakery) stavamo dando vita a un’azienda in dimensioni ridotte - pur trattandosi di un laboratorio di scuola di proprietà di un ente pubblico (la scuola stessa) - che avremmo dovuto gestire come tale, facendo un piano industriale e un piano commerciale”.

La produzione di confettureLa produzione di confetture

La nascita di una società consortile per azioni (S.c.p.A.)
Per poter fare funzionare questa realtà si costituisce quindi un consorzio di imprese, denominato Food Farm S.c.p.A. (Barilla G. e R. Fratelli spa, Parmalat SpA, Mutti SpA, Agugiaro & Figna Molini Spa con Unico Socio, Federazione Provinciale Coldiretti Parma, Gruppo delle Imprese Artigiane di Parma, Molino Grassi SpA, Consorzio del Parmigiano Reggiano, Lanzo Trasporti, C.I.A. Confederazione Italiana Agricoltori Di Parma, Unione Provinciale Agricoltori – Confagricoltura, Confcooperative Parma, Unione Parmense degli Industriali, Esselunga SpA, G Group SpA, Randstad Italia SpA, Umana SpA, ABAX & Food  Safety srl, CISITA Parma scarl, Parmacotto SA, Corte Parma Alimentare, Emil Banca - Credito Cooperativo S.C., ”Parma, io ci sto!”, CNA - Associazione Territoriale di Parma, Legacoop Emilia Ovest), che collaborerà con le sei scuole, secondo una convenzione unica nel suo genere, che va a regolare i rapporti tra i due soggetti (privato e pubblico): il consorzio si occuperà di approvvigionamento di materie prime e vendita del prodotto finito, sotto il brand Bontà di Parma creato appositamente, oltre a mettere a disposizione della struttura propri tecnici qualificati che interagiranno con docenti e studenti. Dal lato scuola si penserà alla formazione attraverso la gestione del processo produttivo, fino a prodotto finito. Il laboratorio dovrà sostenersi da solo, gli eventuali utili verranno interamente reinvestiti all’interno della struttura.
È ottobre 2019 quando inaugura FOOD Farm 4.0. La produzione parte l’11 novembre dello stesso anno, neanche il tempo di prenderci le misure che arriva il fermo dovuto al Covid. L’attività viene ripresa nel settembre 2020: riparte la produzione e con essa gli sbocchi commerciali. A veicolare i prodotti di FOOD FARM 4.0 sono: i supermercati Paladini Otello, Esselunga, Consorzio Agrario. Più oltre si aggiungeranno Coop Alleanza 3.0, Silvano Romani, spacci scolastici e spacci aziendali.
Cos’altro vende Food Farm 4.0?
Vende ricerca, nel senso che l’azienda può venire a mettere a punto una ricetta; vende formazione, ossia affitta il luogo mettendo a disposizione professionalità se necessario (per corsi IFT e per IFTS oppure per formazione aziendale).


Come si struttura FOOD FARM 4.0
FOOD FARM 4.0 è a tutti gli effetti il primo Laboratorio Territoriale per l’Occupabilità in Italia strutturato in azienda agroalimentare 4.0 e organizzato in tre settori:
- la coltivazione
un terreno di quattro ettari coltivato a vigneto, frutteto, ortaggi e cereali 
- Produzione e controllo qualità
tre linee di lavorazione, pensate in scala ridotta ma dotate di tutte le tecnologie di ultima generazione dove volutamente si lascia spazio anche alla manualità, che contemplano: 1. Produzione di passate, confetture, succhi di frutta; 2. produzione di formaggi a stagionatura breve (caciotte); 3. Realizzazione di prodotti da forno e un laboratorio di analisi chimiche per il controllo qualità
- Area della relazione e comunicazione
dotata di sala riunioni e aula didattica multimediale

Luca Ruini – vice-presidente Sicurezza, Ambiente & Energia del Gruppo Barilla - è presidente
di Food Farm 4.0 dalla sua nascita, convinto sostenitore dell’importanza di “imparare nel concreto come funziona un’azienda agroalimentare” e per il terzo anno consecutivo orgoglioso di poter parlare di bilancio in attivo dell’attività.
 

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Superare la didattica trasmissiva che ancora connota la scuola italiana
Sono 6000 gli studenti coinvolti in questo progetto, a rappresentare: il Polo Agroindustriale Galilei Bocchialini di Parma e San Secondo (capofila del progetto), l’ISIS Magnaghi-Solari di Salsomaggiore e Fidenza (Alberghiero, Professionale e Tecnico Turistico), IISS Berenini di Fidenza (Liceo scientifico e tecnico industriale), il Liceo Artistico Toschi, gli Istituti comprensivi di San Secondo Parmense e di Sissa-Trecasali.
“Mentre stiamo parlando - ci racconta la dirigente - qui al lavoro ci sono, in compresenza, ragazzi del 4° e 5° anno di tre istituti, che stanno facendo le tre settimane previste dal PCTO (ex alternanza scuola lavoro). A loro spetta di sperimentare un ventaglio di attività: dalla produzione agricola alle linee di trasformazione, dal laboratorio del controllo qualità al settore amministrazione e contabilità fino a quello del packaging, merchandising e marketing. Invece ai giovanissimi dei due istituti comprensivi sono riservati laboratori di orientamento, perché si appassionino all’istruzione tecnica. Bisogna far capire alle nuove generazioni che il lavoro tecnico è di qualità e bisogna anche levare l’idea che si tratti di lavori usuranti e prettamente maschili (nella mia scuola ho metà ragazze). La scuola italiana purtroppo ha ancora una didattica di tipo trasmissivo, legata a quelle cinque ore in classe in cui trasmettiamo informazioni, e non riusciamo a fare quel passaggio dal sapere al saper fare, che è tanto importante. I ragazzi sono stanchi ma non solo loro, lo sarebbero. Se io tenessi i miei docenti inchiodati alla sedia in un collegio docenti per più di tre ore questi inizierebbero ad alzarsi e gridare che io sono una preside despota. Quando gli studenti vengono qui anche il peggiore di loro diventa bravissimo. Noi non abbiamo mai avuto episodi maleducazione, perché sanno che sono in un’azienda, sanno che i loro prodotti andranno su una tavola e verranno consumati”.
Acuta, vulcanica, , empatica e anche diretta, ci ha conquistato al primo approccio Anna Rita Sicuri. La annoveriamo certamente tra i nostri migliori incontri nel campo della formazione, che non sono pochi e ci hanno riservato belle conoscenze come questa.

Un travaso di passione
“ Nella struttura - ci tiene a precisare la dirigente - noi ci mettiamo il personale, le collaboratrici scolastiche, le impiegate. Chi è qui è perché lo ha scelto: si viene per passione, dal momento che si arriva a lavorare più delle 18 ore di cattedra e si finisce quando finisce la produzione”.
La passione è l’unica leva in grado di appassionare a propria volta.
Appassionare, cioè essere contagiosi con il proprio credo, sapere trascinare, accendere quella fiammella motivazionale in ragazzi oggi molto bersagliati da troppi messaggi, sembra una sfida non piccola. Ma alla fine basta dire loro la verità, fargli mettere mano nella vita vera perché possano prima fidarsi poi tornare ad emozionarsi. “Glielo dobbiamo” è quanto sembra essersi detto l’intero sistema di Parma, intentando un’azione senza precedenti, se non altro in ambito scolastico.
I benefattori fratelli Beltrame, Anna Rita Sicuri, Alessandro Chiesi, Luca Ruini con il Gruppo Barilla, Fondazione Cariparma, industriali, enti, associazioni, GDO...se fosse mancato l’apporto anche di uno solo di questi soggetti mai questo progetto avrebbe visto la luce.
E cosa ci saremmo persi!

a cura di

Simona Vitali

Parma, la sua terra di origine, e il nonno - sì, il nonno! - Massimino, specialissimo oste, le hanno insegnato che sono i prodotti, senza troppe elaborazioni, a fare buoni i piatti.
Non è mai sazia di scoprire luoghi e storie meritevoli di essere raccontati.
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