Osservandone la bella copertina viene alla mente il Breviario mediterraneo di Predrag Marvejeviç, uno dei libri più belli che si possano leggere nel corso della vita.
E in effetti Paolo Tegoni, l’autore di Malvasia, un diario mediterraneo mi ha confessato che quella lettura è stata una fonte di ispirazione molto importante.
Ha viaggiato molto l’autore, partendo dalla Grecia e tornando al punto di partenza, in quella Monemvasia da dove questo vitigno trae l’origine più nota ma non l’unica.
le foto a corredo del libro sono di Francesco Zoppi e sono bellissime, anche loro un racconto nei racconti di questo volume indagatore.
Un vitigno, la Malvasia, che in Italia è arrivato grazie alle navi veneziane, quelle stesse che hanno favorito i più grandi commerci e la grandezza della città lagunare. E Venezia ricorda la Malvasia nei nomi ricorrenti delle sue calli, dei campielli, dei ponti.
Poi si è sparsa, nelle sue diverse interpretazioni, in diverse regioni italiane, l’Emilia, la Toscana, la Sicilia, la Sardegna di cui Paolo Tegoni traccia la storia dei territori e delle persone che si dedicano alla sua coltivazione fino al bicchiere che, come disse un poeta, rappresenta l’universo intero.
L’autore non si accontenta però della storia, degli assaggi; nei risvolti del libro, su un magnifico fondo blu mediterraneo, riporta lo spartito e il testo di una canzone che Jacques Offenbach dedica alla Malvasia.
Malvasia, un diario mediterraneo
Paolo Tegoni
Terrae editore
Pagg. 240
Euro 30
www.terrae.info