Retrogusto amaro per la bevanda più amata dagli italiani. Il prezzo del Brasile Santos, utilizzato come base per molte miscele di qualità che dà aromi cioccolatati e sentori di pane e cereali, negli ultimi tre anni è praticamente raddoppiato e molti altri caffè pregiati hanno seguito a ruota il suo destino o maturato aumenti addirittura maggiori. Anche i Robusta sono aumentati di prezzo, seppure in modo meno rilevante. Alla Borsa di Londra un aumento del prezzo della materia prima così elevato non si registrava così da 34 anni. A marzo la qualità "Robusta" è passata da 1.200 a 2.300 dollari alla tonnellata, in quella di New York invece la qualità "Arabica" è passata da 130 a 270 centesimi la libbra. Sembra pertanto inevitabile l'aumento del prezzo del caffè al bar.
Eppure, come sostengono all’Istituto Nazionale Espresso Italiano, il nemico dell'espresso al bar non è tanto il suo prezzo, quanto le troppe tazzine di cattiva qualità che potrebbero portare molti consumatori a cambiare abitudini di consumo buttandosi su altri prodotti addirittura più cari dell'espresso stesso.
"L’aumento dei prezzi coinvolge in particolar modo quei torrefattori che lavorano in qualità - ha dichiarato Gianluigi Sora, presidente dell'Istituto Nazionale Espresso Italiano - Le aziende che mettono nelle loro miscele caffè di livello hanno effettivamente la necessità di aumentare i prezzi della tazzina al bar se vogliono continuare a impiegare quei caffè".
"E' in atto una polarizzazione del mercato: da un lato torrefattori sempre più virtuosi e bar in grado di offrire davvero prodotti di qualità, dall'altra aziende produttrici e bar che propongono caffè decisamente mediocri - ha dichiarato Luigi Odello, segretario generale dell'Istituto Nazionale Espresso Italiano - Questo sta portando una certa parte di consumatori a cambiare le abitudini di consumo".
Ecco quindi che una parte dei bevitori di espresso si rivolge a prodotti a base d'orzo o di ginseng cercando una maggiore soddisfazione. "E addirittura spendendo di più - sottolinea Odello - Un paradosso: il consumatore insoddisfatto della tazzina al bar si butta su altre merceologie che oltre a costare più dell'espresso sono spesso meno gratificanti del caffè dal punto di vista sensoriale." - "Noi stiamo cercando di difendere il potere di acquisto del consumatore, un potere che comunque è nelle sue mani - conclude Sora - Infatti l'espresso al bar costa sempre lo stesso prezzo, sia quello di ottima qualità che quello di pessimo livello: questo significa che passare da bar mediocri a bar di qualità alla gente non costa nulla in più, ma aiuta a spingere il mercato a produrre meglio".