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Aumenti dei prezzi e qualità "costano" caro al caffe

21/04/2011

Aumenti dei prezzi e qualità "costano" caro al caffe
Retrogusto amaro per la bevanda più amata dagli italiani. Il prezzo del Brasile Santos, utilizzato come base per molte miscele di qualità che dà aromi cioccolatati e sentori di pane e cereali, negli ultimi tre anni è praticamente raddoppiato e molti altri caffè pregiati hanno seguito a ruota il suo destino o maturato aumenti addirittura maggiori. Anche i Robusta sono aumentati di prezzo, seppure in modo meno rilevante. Alla Borsa di Londra un aumento del prezzo della materia prima così elevato non si registrava così da 34 anni. A marzo la qualità "Robusta" è passata da 1.200 a 2.300 dollari alla tonnellata, in quella di New York invece la qualità "Arabica" è passata da 130 a 270 centesimi la libbra. Sembra pertanto inevitabile l'aumento del prezzo del caffè al bar.
Eppure, come sostengono all’Istituto Nazionale Espresso Italiano, il nemico dell'espresso al bar non è tanto il suo prezzo, quanto le troppe tazzine di cattiva qualità che potrebbero portare molti consumatori a cambiare abitudini di consumo buttandosi su altri prodotti addirittura più cari dell'espresso stesso.


"L’aumento dei prezzi coinvolge in particolar modo quei torrefattori che lavorano in qualità - ha dichiarato Gianluigi Sora, presidente dell'Istituto Nazionale Espresso Italiano - Le aziende che mettono nelle loro miscele caffè di livello hanno effettivamente la necessità di aumentare i prezzi della tazzina al bar se vogliono continuare a impiegare quei caffè".

"E' in atto una polarizzazione del mercato: da un lato torrefattori sempre più virtuosi e bar in grado di offrire davvero prodotti di  qualità, dall'altra aziende produttrici e bar che propongono caffè decisamente mediocri - ha dichiarato Luigi Odello, segretario generale dell'Istituto Nazionale Espresso Italiano - Questo sta portando una certa parte di consumatori a cambiare le abitudini di consumo".


Ecco quindi che una parte dei bevitori di espresso si rivolge a prodotti a base d'orzo o di ginseng cercando una maggiore soddisfazione. "E addirittura spendendo di più - sottolinea Odello - Un paradosso: il consumatore insoddisfatto della tazzina al bar si butta su altre merceologie che oltre a costare più dell'espresso sono spesso meno gratificanti del caffè dal punto di vista sensoriale." - "Noi stiamo cercando di difendere il potere di acquisto del consumatore, un potere che comunque è nelle sue mani - conclude Sora - Infatti l'espresso al bar costa sempre lo stesso prezzo, sia quello di ottima qualità che quello di pessimo livello: questo significa che passare da bar mediocri a bar di qualità alla gente non costa nulla in più, ma aiuta a spingere il mercato a produrre meglio".
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