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Biagio Martinelli e il suo Cafè

09/03/2025

Biagio Martinelli e il suo Cafè

Cresciuto con babà e sfogliatelle, Biagio Martinelli ha assorbito il gusto dei grandi classici della pasticceria partenopea direttamente dal papà e dallo zio, entrambi pasticceri. Sin da bambino, dunque, non ha mai avuto dubbi sul suo futuro. Classe 1991, si è formato nell’agro aversano, tra esperienze in diversi laboratori e corsi di specializzazione.

Tenace e coraggioso, a soli 25 anni apre la sua prima pasticceria ad Aversa, in provincia di Caserta. È lì che sperimenta, si misura e introduce – accanto ai prodotti tradizionali – qualche nuova creazione. È il caso dell’ormai celebre polacca alla mela annurca e della polacca rustica, seppure restino centrali i dolci della tradizione da banco, la cioccolateria e i lievitati.

Biagio Martinelli Biagio Martinelli
La sala della Pasticceria MartinelliLa sala della Pasticceria Martinelli

La polacca aversana

Difficile risalire alle origini della polacca aversana, la tesi più accreditata sostiene che la sua forma originaria ricordi le scarpe polacchine, in una città in cui il settore manifatturiero era (ed è) molto importante. In ogni modo, la polacca oggi è – più che mai – il simbolo della pasticceria tradizionale della città di Aversa. Nel tempo ha conquistato prima i palati della provincia casertana e, poi, quelli del resto della Campania. Realizzata con un guscio di pasta brioche, è ripiena di crema pasticcera ed amarene, sia in versione torta che monoporzione.

Da questa immagine territoriale rappresentativa Biagio Martinelli è partito per dar vita, qualche anno fa, alla versione rustica. In questo caso, l’impasto con Parmigiano Reggiano e pepe nero avvolge una crema pasticciera salata arricchita da dadini di provolone del monaco DOP e salame di suino nero campano.

La polacca rusticaLa polacca rustica

Cosa assaggiare al Cafè Pasticceria Martinelli

Nata lo scorso giugno, la nuova pasticceria e caffetteria di Biagio Martinelli è una grande scommessa. La sala interna dispone di una cinquantina di coperti, mentre la sala esterna di una trentina. L’offerta gastronomica è variegata, grazie ad un’attenzione particolare verso la pasticceria salata, nata con l’invenzione della polacca rustica. È stata lei a fare da apriprista ad una serie di varianti, tra le quali vi sono i croissants salati

Croissant salatoCroissant salato
Sono tra i protagonisti delle colazioni e degli aperitivi, serviti con una sostenuta e attenta drink list, oltre che con i classici prodotti da caffetteria. Meritano un assaggio, tra le altre cose, il maritozzo salato al burro e panna di bufala, così come il danubio all’olio evo e limone di Sorrento con prosciutto cotto affumicato e provolone dolce. Perfetto, magari abbinato ad un calice di Asprinio di Aversa DOP, il croissant al conciato romano con mortadella e cremoso al carciofo. Anche i macarons, che non mancano in versione dolce, trovano qui varianti grazie alla farcitura con un cremoso al Parmigiano Reggiano. A rinforzare il piacere di chi si siede ai tavolini di Martinelli per sbocconcellare, ci sono anche buns e pizzette sfogliate. Durante la settimana, all’ora di pranzo, il menù si arricchisce di una ristretta lista di primi e qualche insalata, così da consentire un veloce brunch. Immancabile è lo scarpariello, piatto tipico napoletano legato alla storia dei calzolai. 
Lo scarparielloLo scarpariello
Maritozzo salato al burro di bufala e panna di bufalaMaritozzo salato al burro di bufala e panna di bufala
Le zeppole di San GiuseppeLe zeppole di San Giuseppe

Nel lungo bancone del Martinelli Cafè sono tante le prelibatezze, in gran parte disponibili in monoporzioni, ma marzo è il mese delle zeppole di San Giuseppe. La tradizione le vuole fritte, da consumare ancora calde se possibile, farcite con crema pasticcera ed amarene. 

 

Martinelli Cafè

Via Enrico Fermi, 17 - Aversa (CE)
Tel. 081.19939167
www.biagiomartinelli.it

a cura di

Antonella Petitti

Giornalista, autrice e sommelier. Collabora con diverse testate, tra radio, web e carta stampata. Ama declinare la sua passione per il cibo e i viaggi senza dimenticare la sostenibilità. Sempre più “foodtrotter” è convinta che non v’è cibo senza territorio e viceversa.

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