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L’Osteria del Sole, dal 1465 in vicolo dei Ranocchi a Bologna

28/01/2025

L’Osteria del Sole, dal 1465 in vicolo dei Ranocchi a Bologna

Negli anni Sessanta una delegazione del partito comunista cecoslovacco si recò a Bologna in visita ufficiale. Erano incontri abbastanza frequenti fra i partiti del blocco sovietico e la più grande federazione comunista d’occidente. I membri della delegazione, ricevuti anche in Comune, chiesero di andare a brindare all’Osteria del Sole. Al responsabile del Cerimoniale venne un colpo sapendo che l’oste Luciano Spolaore piegava decisamente a destra, con un carattere ombroso e poco malleabile. Per evitare rischi andò prima a raccomandarsi che non lo mettesse in difficoltà, poi accompagnò gli ospiti a brindare a base di Albana frizzante, che allora andava per la maggiore. Nel mentre, entrarono alcuni spazzini che ogni giorno facevano sosta lì per un frizzantino. Appoggiarono le ramazze contro il muro e si avvicinarono al bancone: “Ci dai il solito, Luciano?” Lui, con un guizzo luciferino negli occhi, aprì per loro una bottiglia di Dom Perignon.

Ai compagni cecoslovacchi vennero gli occhi strabici mirando il loro bianco proletario e il vino capitalista tracannato dalla classe operaia locale e il loro morale piegò verso il basso di fronte alle conquiste del socialismo in salsa bolognese.
Luciano era fatto così, burbero e bonario a un tempo, manifestava all’esterno i suoi mutamenti d’umore in base all’innalzamento della serranda che spesso rimaneva a mezz’asta costringendo gli avventori a inchinarsi al passaggio, senza la certezza di essere ben accolti.

Ogni mezzogiorno, il macellaio dirimpetto e qualche eletto bottegaio del mercato si ritrovavano per la pausa champagne, prodotto di cui Luciano era diventato campione di mescita. Quando col boom economico cominciò a diffondersi un certo benessere in città, lui fu tra i primi a importare Porto e Champagne. La mamma Adele gli diceva: “Dai Luciano, è troppo caro, non lo comprerà nessuno!”. Finì che all’inizio degli anni ‘80 divenne il più grande rivenditore di Krug in regione, al punto da indurre il barone Krug a raggiungere vicolo dei Ranocchi a bordo di una Rolls Royce furgonata e blasonata per conoscere quell’oste capace di smerciare così tante delle sue esclusive bolle. 

Luciano detestava i media e la pubblicità al punto che, quando s’affacciò una troupe della Bbc per un reportage li cacciò via perché disturbavano i clienti. Se trovava da ridire con un cliente un po’ alticcio e questi s’offendeva minacciandolo “Qui dentro non tornerò mai più!”, lui rispondeva “Mi raccomando, cerchi di essere di parola!”

Adele e Luciano Spolaore negli anni Adele e Luciano Spolaore negli anni '70

Una volta, lasciò fuori anche Ornella Vanoni, arrivata con Fabio Testoni, il chitarrista degli Skiantos, perché si accorse che Testoni aveva già prosciugato numerosi bicchieri. Li invitò ad uscire poi, rivolgendosi alla Vanoni disse: “Signora, se domani viene da sola le offro una bottiglia di champagne”. Si narra che anche Federico Fellini abbia subito la stessa sorte, per imperscrutabili motivi.

Da sempre, sulla prima delle due porte a vetri d’accesso all’osteria, campeggiano i cartelli: “L’ingresso è riservato a chi beve vino, birra, champagne! La consumazione è obbligatoria. Chi non beve è pregato di restare fuori.” E all’interno: "In questo locale è vietato suonare e cantare".

Altra tradizione della famiglia Spolaore: al Sole non si è mai preparato da mangiare. Unica concessione le uova sode che la signora Adele teneva in un grande vaso, metteva un mucchietto di sale sul banco, i clienti sgusciavano l’uovo e lo intingevano nel sale. I commercianti che frequentavano l’osteria a volte inserivano nel vaso anche delle uova crude. Scherzavano sempre fra di loro rompendo il guscio dell’uovo sodo sulla testa dell’amico vicino e chi pescava quello crudo offriva una bottiglia di champagne agli amici presenti. Una volta accadde che lo ruppero in testa a un avvocato che di lì a poco aveva un’udienza importante. Scoppiò una rissa e da allora la signora Adele non ha più cotto le uova. Fin dal ’45 vige però la libertà di cartoccio, ovvero: ognuno si porta la sua roba da mangiare, affettati, formaggi e “crescente” acquistati nelle vicine botteghe, poi prende posto a un tavolo e ordina da bere. 

Fra le più antiche osterie italiane, Il Sole esiste dal 1465, negli stessi ambienti. L’arredamento è un misto fra primo Novecento e primo dopoguerra, tavoloni e sedie, quadri e fotografie son sempre quelli cui s’è aggiunto un bancone appartenuto al ristorante Rodrigo, un puzzle di coperchi di casse di vini pregiati. La leggenda narra che, dopo aver giocato a carte tutta la notte, quando Rodrigo era in ristrutturazione, finì per essere messo in palio proprio quel bancone. Lo vinse Luciano che il giorno dopo lo fece collocare in fondo all’osteria.

L’Osteria del Sole, dal 1465 in vicolo dei Ranocchi a Bologna
Il banco allIl banco all'ingresso dell'osteria

L'attuale insegna, quel sole dalla grafia infantile, è ricavata dall'acquaforte di Giuseppe Maria Mitelli (1634-1718), che celebrava Il Sole per le sue Buone fritate, assieme ad altre cinquantotto osterie ne "Il Gioco nuovo di tutte le osterie che sono in Bologna, con le sue insegne e le sue strade, quale e quasi simile a quello dell’oca", volumetto conservato presso la Biblioteca dell'Archiginnasio a Bologna, di cui chi scrive possiede una pregevole copia anastatica edita da Tamari Editori in Bologna nel 1973. 

La famiglia Spolaore gestisce l’osteria dal 1945, quando il veneto Aldo Canazza, che si narra gregario di Alfredo Binda, se ne aggiudicò la licenza vincendo una gara ciclistica a cronometro ai Giardini Margherita. Fin da subito la condusse con piglio deciso la sorella, Anna Adele, che col marito Vincenzo Spolaore nei primi anni ci dormiva anche, tirando un tendone in fondo alla sala. Il figlio Luciano, classe 1932, cominciò da adolescente a stare dietro al banco dov’è rimasto fino al 2009, mentre il fratello Renato, pur mantenendo le sue quote, s’avviò alla carriera di chirurgo vascolare all’ospedale Sant’Orsola. 

Nicola e Chiara Spolaore col cugino e socio FedericoNicola e Chiara Spolaore col cugino e socio Federico

Alla morte di Luciano la proprietà delle mura venne acquisita dalla Fondazione Carisbo, per volontà dell’allora presidente Fabio Roversi Monaco, in un programma di tutela e valorizzare del patrimonio culturale e storico della città di Bologna. La gestione fu lasciata all’ultima generazione di Spolaore, Chiara e il fratello Nicola (figli di Luciano) e il cugino Federico (figlio di Renato), che ne tramandano le immutate usanze continuando a stappare parecchio champagne, spumanti e vini frizzanti (circa 20.000 bottiglie di Pignoletto dei Colli Bolognesi e 18.000 di Prosecco ogni anno), ma anche etichette provenienti da tutta Italia e diversi tipi di birra, però niente caffè, acqua o bibite di sorta.

Ci poi sono giornate speciali, come la Vigilia di Natale, in cui i clienti si prenotano un anno per l’altro per andare a brindare esclusivamente a base di Roederer, brut, rosé ma anche Cristal, col rinforzo di scorte di Dom Perignon. Quel giorno s’involano mediamente 200 bottiglie, 80 magnum e diversi grandi formati, Jeroboam, Impériale e Rehoboam. 

Generazioni di studenti, popolani, professionisti, pittori, musicisti, cantanti, scrittori famosi e artisti affamati si sono avvicendate a quei vecchi tavoli. Per tutti basterà ricordare il giovane studente Giovanni Pascoli che nel 1879 fu arrestato proprio al Sole, allora covo degli internazionalisti bolognesi, in seguito a una manifestazione in solidarietà con Giovanni Passannante, l'attentatore di re Umberto I. Rinchiuso per alcuni mesi nel carcere di San Giovanni in Monte per manifestazione e grida sediziose, venne poi processato e assolto ma quell’esperienza segnò profondamente la sua vita e la sua produzione poetica.
L’Osteria Del sole chiude per ferie il mese di agosto e i primi dieci giorni dell’anno. Durante la settimana è aperta dalle 11 del mattino alle 21:30, la domenica dalle 12 alle 16.

Gianni Morandi con Luca Carboni, set del documentario Il cielo capovolto, 7 giugno 1964 lo scudetto del BolognaGianni Morandi con Luca Carboni, set del documentario Il cielo capovolto, 7 giugno 1964 lo scudetto del Bologna
Whoopy Goldberg con Federico SpolaoreWhoopy Goldberg con Federico Spolaore
Osteria del Sole
Vicolo dei Ranocchi 1/D 
40124 Bologna
+39 347 968017

info@osteriadelsole.it
www.osteriadelsole.it
a cura di

Bruno Damini

Giornalista scrittore, amante della cucina praticata, predilige frequentare i ristoranti dalla parte delle cucine e agli inviti nei salotti preferisce quelli nelle cantine. Da quando ha fatto il baciamano a Jeanne Moreau ha ricordi sfocati di tutto il resto.

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