L'attuale insegna, quel sole dalla grafia infantile, è ricavata dall'acquaforte di Giuseppe Maria Mitelli (1634-1718), che celebrava Il Sole per le sue Buone fritate, assieme ad altre cinquantotto osterie ne "Il Gioco nuovo di tutte le osterie che sono in Bologna, con le sue insegne e le sue strade, quale e quasi simile a quello dell’oca", volumetto conservato presso la Biblioteca dell'Archiginnasio a Bologna, di cui chi scrive possiede una pregevole copia anastatica edita da Tamari Editori in Bologna nel 1973.
La famiglia Spolaore gestisce l’osteria dal 1945, quando il veneto Aldo Canazza, che si narra gregario di Alfredo Binda, se ne aggiudicò la licenza vincendo una gara ciclistica a cronometro ai Giardini Margherita. Fin da subito la condusse con piglio deciso la sorella, Anna Adele, che col marito Vincenzo Spolaore nei primi anni ci dormiva anche, tirando un tendone in fondo alla sala. Il figlio Luciano, classe 1932, cominciò da adolescente a stare dietro al banco dov’è rimasto fino al 2009, mentre il fratello Renato, pur mantenendo le sue quote, s’avviò alla carriera di chirurgo vascolare all’ospedale Sant’Orsola.