La notizia è di quelle che potrebbero venire riportate nei futuri libri si storia alimentare: nel mese di marzo la Cina, conformemente al regolamento europeo, potrebbe vantare cinque prodotti nazionali nel registro europeo delle Dop Igp. La richiesta, datata 22 settembre 2010 sulla Gazzetta Ufficiale, non è ancora stata contestata.
È utile far luce su questo passo del regolamento: secondo la norma comunitaria (510/06) possono iscriversi al registro Dop Igp anche le produzioni di paesi extraeuropei, purché siano rispettati i requisiti fondamentali: tradizione e specificità dell’ingrediente. Fino ad oggi solo la Colombia ha registrato come Dop un suo prodotto (Café de Colombia, dal 2005).
A decorrere dalla data della richiesta, gli Stati Membri hanno sei mesi di tempo per presentare un’opposizione ragionata. In questo modo, a fine marzo i prodotti cinesi potranno entrare in commercio esponendo il logo europeo.
A metter nei guai i concorrenti europei sono: la mela “Shaanxi Ping Pu”, molto resistente ai viaggi e ai periodi di stasi in magazzino; il “Lixia Ma Shan Yao”, sostitutivo delle patate; il Guanxi Mi You, pomelo (una delle tre specie da cui derivano tutti gli agrumi, assieme al cedro e al mandarino), che potrebbe essere utilizzato nella produzione di succhi.
Il mercato delle Dop Igp europeo è tuttora governato da un certo squilibrio: del migliaio di prodotti registrati, secondo l’ultima indagine della Commissione, solo un centinaio ottengono l’80% del fatturato complessivo.
La storia sta per cambiare un’altra volta: l’arrivo dei prodotti cinesi non solo riabiliterà l’immagine dell’economia alimentare orientale agli occhi dei consumatori, tendenzialmente inclini ad associarla a standard di qualità inferiori, ma promette di rivoluzionare gli equilibri interni delle Dop Igp europee, finora confinate a una tutela e diffusione poco più che provinciale.