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The Feast of The Seven Fishes

21/12/2023

The Feast of The Seven Fishes

Ogni famiglia ha la propria teoria, non esiste infatti consenso unanime sull’origine del “banchetto dei sette pesci”, il nome dato alla cena della Vigilia di Natale festeggiata tutti gli anni dagli oltre 18 milioni di italoamericani presenti sul suolo statunitense. Nonostante da quelle parti in molti siano convinti che si tratti di una tradizione importata direttamente dall’Italia, qui da noi non ce n’è traccia. 

È certamente vero che in Italia la cena della Vigilia sia pressoché ovunque considerata “di magro”, quindi tendenzialmente a base di pesce, ma a parte questo non esistono altri tipi di regole da seguire, che invece sono presenti sul suolo americano.  

Nel film “The Feast of The Seven Fishes” di Robert Tinnel, il protagonista, un ragazzo italoamericano interpretato da Skyler Gisondo, spiega come si svolge la tradizione “Ogni vigilia di natale mangiamo sette piatti composto ognuno da un tipo di pesce diverso, alcuni ne fanno tre o cinque, altri di più, l’importante è che siano un numero dispari: cuciniamo il pesce e festeggiamo, ci sono tutti i parenti e gli amici, è forte!”.

Una scena di “The feast of the seven fishes”, film di Robert Tinnel (2019)Una scena di “The feast of the seven fishes”, film di Robert Tinnel (2019)

Ogni famiglia italoamericana nel corso degli anni ha creato la propria tradizione personale, specie riguardo il menù: non esistono infatti regole sui tipi di pesce da consumare, anche se alcuni ingredienti sono senza dubbio più presenti di altri, come il baccalà. Questo è anche il pesce il cui consumo durante le feste è più universalmente distribuito in Italia, ma durante "i sette pesci" si possono trovare facilmente anche pietanze a base di anguilla, vongole o calamari. 

Come spiega Alberto Grandi nel suo podcast “DOI: denominazione di origine inventata”, è piuttosto comune che alcune tradizioni che oggi riconosciamo come indiscutibilmente italiane, si siano in realtà originate oltreoceano, e siano state solo in un secondo momento importate in Italia, adottandole come proprie (ne è un esempio la diffusione delle pizzerie), eppure questo processo inverso non è successo con la cena della Vigilia. Secondo Grandi il motivo sta nel fatto che questo banchetto nasce da un mix di contaminazioni provenienti da tutta Italia (l’anguilla che si cucina al nord, le vongole al sud ecc.) che si sono incontrate, unendosi, nelle Little Italy di tutto il Nordamerica, dando origine ad una festa che ha perso ogni carattere regionale acquisendoli tutti. Un Frankenstein gastronomico molto difficile da replicare in Italia, dove il campanilismo del cibo è una cosa molto seria. 

The bear, Serie tv di Christopher Storer (2023)The bear, Serie tv di Christopher Storer (2023)

Se mai voleste cimentarvi nella preparazione di un banchetto dei sette pesci però, tenete in conto che le preparazioni sono molte e l’organizzazione è essenziale per non rischiare un esaurimento nervoso: è quello che succede nel sesto episodio della seconda stagione di The Bear, dove la madre del protagonista, interpretata da Jamie Lee Curtis, non riuscendo a star dietro alla preparazione di tutti i piatti, finisce con l’entrare di prepotenza, letteralmente, nell’atmosfera natalizia. L’episodio ci ricorda una cosa importante: qualunque sia il vostro modo di festeggiare la Vigilia, non lasciatevi sopraffare dalle preparazioni in cucina, non c’è alcun bisogno di stancarvi o stressarvi, dopotutto le feste sono anche un momento di pausa. Che i piatti siano sette, dieci o meno non ha poi così importanza. L’importante è trascorrere le feste con le persone che amiamo, tutto il resto è solo un, gustosissimo, contorno. 


 

“Zia, perché i sette pesci?” 

“Perché voglio fare qualcosa di bello”

“Ok ma…perché è una tradizione?” 

“Perché onora le persone che hanno lasciato l’Italia alla ricerca di nuovi sogni e possibilità con nuove persone, e hanno portato le sette specialità dei loro mari nelle loro nuove dimore, ma poi le loro famiglie sono diventate uno stupido branco di ..."+

(The Bear 2, 2023)

a cura di

Federico Panetta

Varesotto di origine, è come una biglia nel flipper dell'enogastronomia. Dopo la formazione alberghiera lavora in cucina e si laurea in Scienze Gastronomiche presso l’Università di Parma. Oggi si occupa di comunicazione gastronomica collaborando con diverse riviste di settore.
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